Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta

«Quando in Platone incontriamo la parola areté,» scrive «la traduciamo con “virtù”, e di conseguenza veniamo a perderne tutto il sapore.

“Virtù”, nel linguaggio moderno, ha un significato quasi esclusivamente morale; areté, invece, viene utilizzata in ogni ambito e significa semplicemente eccellenza.

Ecco quindi che l’eroe dell’Odissea è un grande
combattente, uno scaltro intrigante, un ottimo oratore, un uomo dal cuore saldo e di
grande saggezza che sa di dover sopportare senza lamentarsi troppo quel che gli dèi
gli mandano; ed è capace sia di costruire che di guidare una barca, di tracciare un solco più
dritto di chiunque altro, di battere un giovane sbruffone al lancio del disco, di sfidare i giovani feaci al pugilato, alla lotta o alla corsa.

Sa uccidere, scuoiare, macellare e cuocere un bue e può commuoversi fino alle lacrime per una canzone.

E’, in effetti, abile in tutto; la sua areté è impareggiabile.

Areté implica il rispetto per la totalità e l’unicità
della vita e, di conseguenza, il rifiuto della specializzazione.

Implica il disprezzo per l’efficienza… O, piuttosto, una concezione molto più elevata dell’efficienza, che esiste non in un solo settore della vita, ma nella vita stessa»

Robert M. Pirsig

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